Da un paio di mesi siamo inchiodati in casa ma io personalmente sto continuando a lavorare a regime assolutamente sostenuto, quindi i pranzi devono essere quanto più rapidi possibile restando golosi.
Ammetto che sto rimanendo stupito da quante cose si possano preparare e mangiare in due in 45/50 minuti. Certo: serve la giusta organizzazione e magari ricette opportunamente modificate, leggermente semplificate, ma il risultato può essere notevole.
Alla faccia di chi "non ha tempo di cucinare".
Tra i pasti veramente degni di nota di questo periodo annoveriamo dei noodles di acqua e farina saltati con verdure e maiale e anche degli agnolotti d'arrosto che, per non berci insieme una bottiglia di vino, mi sono dovuto violentare.
In questo periodo sono di grande moda anche le cene e gli aperitivi in video chat, una sera di queste, mentre chiacchieravamo con amici invasati come noi di cibo li ho visti preparare un piatto che non facevo da anni: gli spaghetti ubriachi.
Avevo provato a farli solo una volta diversi anni fa, non mi avevano entusiasmato perché li avevo trovati troppo amari. Probabilmente avevo solo sbagliato la scelta del vino, troppo corposo.
Preso dall'entusiasmo di quel ricorco ho deciso di riprovarci, tentando qualche modifica.
La preparazione è veramente semplice: si parte da degli spaghetti di ottima qualità che vengono sbollentati in acqua salata per 3 o 4 minuti, giusto il tempo di farli ammollare.
La cottura prosegue poi in wok a fiamma viva portando a cottura con vino rosso.
Io ho usato del nebbiolo giovane: intenso e corposo ma non ancora eccessivamente tannico.
A cottura ultimata si manteca con abbondante pecorino e poca acqua di cottura.
Pepe nero pestato a mortaio e si va in tavola.
La quantità di pecorino deve essere inferiore ai canonici 50 g/persona che si usano per la cacio e pepe, circa la metà, perché se nella ricetta romana il cacio è protagonista, in questa ha un ruolo sempre fondamentale ma è la pasta a farla da padrona.
Il risultato è veramente interessante: lo spaghetto, oltre che il colore, raccoglie tutti i sentori del vino, il cacio regala sapidità e cremosità e il pepe appena pestato la nota speziata che te ne farebbe mangiare a sfinimento. Ti tocca contenerti se da lì a poco dovrai tornare a lavorare.
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