Sto facendo una fatica bestiale a trovare una definizione chiara del termine Comfort Food.
Il www è pieno di riferimenti al "cibo che coccola" al "cibo che ti fa stare bene".
Provando a trovare una definizione che mi soddisfi potrei abbozzare "il cibo che per te è una certezza, quello che ti mette a tuo agio e ti riporta nella tua zona di comfort". Forse è proprio così: "il comfort food è quello che ti riporta nella tua comfort zone". Sarà tautologico ma per me funziona.
Speculazioni linguistiche e inglesismi inutili a parte, un cibo che mi fa stare dannatamente bene è l'amatriciana. Io ne faccio una versione estremamente tradizionale: guanciale, pomodoro, pecorino e pepe.
Tiri su il guanciale dalla cantina, lo tagli a listarelle, lo fai soffriggere a fuoco dolcissimo fino a che non è ben dorato e croccante. Non è facile beccare il momento giusto in cui toglierlo dal fuoco, bisogna provare e trovare il proprio grado cottura, il proprio rapporto perfetto morbidezza/croccantezza.
Raggiunto questo punto si toglie il guanciale e nel suo grasso si cuoce il pomodoro. Per tanto, tanto tempo.
Poi la pasta lunga tenuta al dente, saltata nel sugo rosso con l'acqua carica di amido della cottura.
Fuori fuoco si aggiunge il guanciale, pepe e pecorino precedentemente mantecato con l'acqua di cottura.
Si impiatta, si mangia e magicamente ti si allinea tutto: i chakra, i carboidrati, i grassi e il vino.
Il www è pieno di riferimenti al "cibo che coccola" al "cibo che ti fa stare bene".
Provando a trovare una definizione che mi soddisfi potrei abbozzare "il cibo che per te è una certezza, quello che ti mette a tuo agio e ti riporta nella tua zona di comfort". Forse è proprio così: "il comfort food è quello che ti riporta nella tua comfort zone". Sarà tautologico ma per me funziona.
Speculazioni linguistiche e inglesismi inutili a parte, un cibo che mi fa stare dannatamente bene è l'amatriciana. Io ne faccio una versione estremamente tradizionale: guanciale, pomodoro, pecorino e pepe.
Tiri su il guanciale dalla cantina, lo tagli a listarelle, lo fai soffriggere a fuoco dolcissimo fino a che non è ben dorato e croccante. Non è facile beccare il momento giusto in cui toglierlo dal fuoco, bisogna provare e trovare il proprio grado cottura, il proprio rapporto perfetto morbidezza/croccantezza.
Raggiunto questo punto si toglie il guanciale e nel suo grasso si cuoce il pomodoro. Per tanto, tanto tempo.
Poi la pasta lunga tenuta al dente, saltata nel sugo rosso con l'acqua carica di amido della cottura.
Fuori fuoco si aggiunge il guanciale, pepe e pecorino precedentemente mantecato con l'acqua di cottura.
Si impiatta, si mangia e magicamente ti si allinea tutto: i chakra, i carboidrati, i grassi e il vino.
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