A pensarci bene adoro anche la carne cotta, che sia bollita,
al BBQ o brasata.
E mi piacciono anche le vie di mezzo: in particolare mi
piace la carne salada.
Questa lavorazione nasce per conservare più a lungo i tagli
di carne.
Le prime testimonianze scritte sono del ‘400 ed evolve successivamente in un prodotto ben specifico in grado di ricavarsi una nicchia di appassionati.
Le prime testimonianze scritte sono del ‘400 ed evolve successivamente in un prodotto ben specifico in grado di ricavarsi una nicchia di appassionati.
Mettere sotto concia la carne permette di conservarla, soprattutto
permette agli aromi presenti di entrare in profondità profumando il taglio ed
esaltando le caratteristiche della carne.
Solitamente la si fa con sale grosso e un trito di spezie,
massaggiando e rigirando periodicamente fino ad asciugatura desiderata.
Ho voluto provare a farne una versione Torinese.
Tutta colpa di mio fratello. Una sera mi ha costretto a
uscire in settimana, preferisco la fustigazione, per partecipare a una serata
di degustazione di vermouth.
Prima di tutto ho scoperto che il vermouth è tipicamente
torinese, non ne avevo idea, poi, naso buttato dentro i vari bicchieri, ho
ritrovato in alcuni prodotti le note erbacee che tanto mi piacciono sulla
carne, la struttura del legno, il profumo del caramello e l’alcol di base… Ho
trovato la concia perfetta!
Idea folgorante quanto forse banale, il sabato ho comprato
un bel filettino di fesa di Piemontese, l'ho salato e pepato in superficie,
massaggiato col vermouth che avevo fatto quella sera e messo sotto vuoto a
marinare per una settimana.
E tagliato a fettine sottili esplode di profumi prima al
naso e poi in bocca, sostenuto dall’eleganza del sapore della coscia di
Piemontese.
Carne salada sì, ma Torinese.
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