Che cos'hanno in comune la salsa BBQ, la marmellata, il ragù, il jus e la giardiniera? Sono preparazioni dannatamente lunghe da realizzare.
Per questo motivo ne faccio sempre delle quantità tali da far concorrenza alla STAR, le imbarattolo e le conservo in dispensa.
Per poter conservare correttamente i barattoli è necessario pastorizzarli, ovvero abbattere la carica batterica presente all'interno in modo da preservare l'integrità del contenuto più a lungo.
Per questo motivo ne faccio sempre delle quantità tali da far concorrenza alla STAR, le imbarattolo e le conservo in dispensa.
Per poter conservare correttamente i barattoli è necessario pastorizzarli, ovvero abbattere la carica batterica presente all'interno in modo da preservare l'integrità del contenuto più a lungo.
A mio avviso esistono due approcci a questo processo: quello "magico" e quello "scientifico".
Quando parlo di approccio "magico" intendo quello che generazioni di nonne esperte di salse tramandano. Frasi del tipo: "fai bollire il barattolo per 10 minuti, poi capovolgilo e coprilo con una coperta di lana, fai attenzione però che non ci sia la luna piena".
Ecco... parlo di cose di questo tipo, massimo rispetto alla nonnina ma anche no.
Il metodo "scientifico" è invece quello che vuole un'attenta osservanza dei due parametri in gioco ovvero tempo e temperatura. Sul WWW si trovano decine di tabelle che spiegano, a seconda della materia prima, la temperatura e il tempo di esposizione per pastorizzare correttamente.
E' importante fare una precisazione a questo proposito: si inizia a misurare il tempo quando TUTTO il nostro prodotto ha raggiunto la temperatura di pastorizzazione.
Come fare? Sonda al cuore di uno dei prodotti che poi sarà necessariamente consumato subito.
In linea di massima io pastorizzo a bassa temperatura, ovvero 65°C per 30 minuti. Scelgo questa strada perché è la più facilmente percorribile in casa, basta il bagno termostatato da CBT, ma soprattutto perché cuocendo molte di queste ricette a bassa temperatura appunto, sarebbe stupido vanificare tutto facendo bollire.
Che poi va a finire sempre così: fai la tua vagonata di ragù, la pastorizzi, la etichetti la riponi gelosamente in dispensa pronta per i momenti difficili e... Un po' la assaggi, un po' la regali, un po' te la scroccano e in 15 giorni l'hai finita. Classico.
Ecco... parlo di cose di questo tipo, massimo rispetto alla nonnina ma anche no.
Il metodo "scientifico" è invece quello che vuole un'attenta osservanza dei due parametri in gioco ovvero tempo e temperatura. Sul WWW si trovano decine di tabelle che spiegano, a seconda della materia prima, la temperatura e il tempo di esposizione per pastorizzare correttamente.
E' importante fare una precisazione a questo proposito: si inizia a misurare il tempo quando TUTTO il nostro prodotto ha raggiunto la temperatura di pastorizzazione.
Come fare? Sonda al cuore di uno dei prodotti che poi sarà necessariamente consumato subito.
In linea di massima io pastorizzo a bassa temperatura, ovvero 65°C per 30 minuti. Scelgo questa strada perché è la più facilmente percorribile in casa, basta il bagno termostatato da CBT, ma soprattutto perché cuocendo molte di queste ricette a bassa temperatura appunto, sarebbe stupido vanificare tutto facendo bollire.
Che poi va a finire sempre così: fai la tua vagonata di ragù, la pastorizzi, la etichetti la riponi gelosamente in dispensa pronta per i momenti difficili e... Un po' la assaggi, un po' la regali, un po' te la scroccano e in 15 giorni l'hai finita. Classico.
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