Dal Vangelo secondo Google:
“Primizia: ortaggio o
frutto di maturazione eccezionalmente precoce, spec. in quanto considerato come
merce rara e particolarmente pregiata.”
Una primizia è un prodotto unico, ricercato e prezioso. La
chicca gastronomica che raramente si ha l’occasione di gustarsi.
E allora, quando la si ha tra le nostre mani, ce la si gode al
massimo, la si gusta sapendo che è poca e quindi il piacere sarà effimero, ma proprio
per questo superlativo.
Una primizia cui sono particolarmente legato sono i fiori di
zucca.
Sono cresciuto in campagna, papà ha l’orto e quindi in
questo periodo si sono sempre mangiati i fiori di zucca. E si mangiano tuttora
a ogni visita che gli facciamo in stagione.
Ogni tanto provo a farli anche adesso che vivo in città, ma
qui è quasi un lusso. Dal verduriere sotto casa vengono via a un prezzo da far
concorrenza allo zafferano… E il problema non finisce qui: in città quando li
compri sono già stati colti da ore, hanno già perso, non sono più turgidi,
croccanti e profumati come appena colti.
Invece a casa, in campagna, papà arriva col cestino pieno e
fa: “Guarda: appena raccolti!”. Te lo dice quasi con gli occhi lucidi,
consapevole della bontà che ti sta donando. Poi mamma li frigge, in una pastella
leggera, a immersione, e nasce quella nuvola croccante profumatissima dal fondo
quasi dolce.
Che siano semplici, solo in pastella, ripieni di mozzarella
di bufala e acciuga o di carne, nel riso allo zafferano o nel modo che ti viene
in mente in quel momento, sono sempre qualche cosa di unico, una primizia
appunto. Te la devi godere appieno, fin che ce n’è.
Fin che ce n’è.
Solo che ce n’è tantissima.
L’orto ne produce un fottuto cestino al giorno. Avete
presente mangiare tutti i giorni per 2/3 settimane fiori di zucca? Si, va bene,
provi ricette sempre nuove, sperimenti, fai nascere abbinamenti impensabili,
giochi con le consistenze, le temperature e i contrasti.
Ma poi ti rompi i coglioni, come si dice ti escono anche
dalle orecchie.
E non lo vuoi ammettere. Non lo puoi ammettere. Perché,
cazzarola, sono una primizia.
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