Ci sono dei piatti che spontaneamente associamo ad una
festa, preparazioni che profumano di serate in terrazzo, amici, birra e risate.
Una di queste è la porchetta.
Ammetto che sono arrivato fino a trent’anni senza averne mai
fatta una, sempre mangiata preparata da altri.
In occasione del mio trentesimo compleanno appunto, ho deciso di provare a farne una da offrire ai miei ospiti, proprio per tentare di innescare l’effetto “dame ‘na bira!” che fa decollare le feste.
In occasione del mio trentesimo compleanno appunto, ho deciso di provare a farne una da offrire ai miei ospiti, proprio per tentare di innescare l’effetto “dame ‘na bira!” che fa decollare le feste.
Dopo essermi ampiamente documentato e aver letto tutto e il
contrario di tutto su quale fosse la ricetta migliore, ho scelto la mia strada:
pancetta di maiale pesante del Piemonte, il suo capocollo, erbe aromatiche e
doppia cottura.
La preparazione è veramente semplice: si apre a libro il
pancettone e lo si cosparge generosamente di un trito di erbe fresche: rosmarino,
salvia, timo, erba cipollina e aglio. Il tutto addizionato di sale grosso.
Fatto ciò si appoggia il capocollo, tagliato di misura, sull’estremità di
pancetta senza cotenna e si arrotola cercando di comprimere le carni. Si lega
con della corda spessa tirando il più possibile e la porchetta è pronta. Puro bondage
suino.
Doppia cottura, ovvero tecnica mista, quella che fa
incazzare a morte sia i fanatici del BBQ che i fanatici dell CBT: 12 ore
sottovuoto a 72°C e poi 2 ore al barbecue a circa 250°C.
Risultato? Tenera e succosa dentro e “scrocchiarella” fuori:
perfetta.
Unico problema… Non sono riuscito a fotografarla cotta:
appena tolta dal bbq 30 persone ci si sono famelicamente buttate sopra.
Va bè… Prendiamolo per un complimento!
Commenti
Posta un commento