Gli involtini vietnamiti


Nome comune: involtini vietnamita
Specie: comfort food

Da qualche anno la cena domenicale la si fa rigorosamente a base di cibo pseudocinese comprato da asporto in una rosticceria a pochi metri da casa. L'ambiente è quello tipico di questi locali: arredamento dozzinale che ambisce a sembrare etnico e odore di fritto. A mandare avanti la baracca c'è Giulia, una signora sulla cinquantina tanto sorridente coi clienti quanto incazzusa con la squadra di cuochi che comanda.
Prima di prenotare rileggiamo religiosamente tutte le volte il menù e concludiamo, come ovvio, ordinando sempre le solite cose che Giulia preannuncia saranno pronte in "un qualto d'ola".
L'involtino vietnamita è un caposaldo dell'ordine: sapido, croccante e unto è il traghettatore perfetto per condurre la mente dallo stato di "figata è venerdì" a "domani sveglia alle 6:00".
Un piccolo Caronte gastronomico insomma.

Cotanto attaccamento al piatto mi ha portato inevitabilmente a volerlo provare a ripetere, a cercare di emulare quel piccolo piacere in salsa piccante.
La sfoglia l'ho comprata fatta, lo ammetto, credo sia praticamente impossibile farla a casa... E poi tanto a Porta Palazzo è pieno di negozietti cinesi che la vendono surgelata.
La prima difficoltà è stata separare i fogli, te la vendono a pacchi da 40 sovrapposti senza niente in mezzo a dividerli. Bisogna farli parzialmente scongelare, staccarne il numero necessario senza distruggerli e rimettere tutto in freezer. Non sarà il massimo dal punto di vista della sicurezza alimentare ma sticazzi... Non c'è altra soluzione.
Il ripieno si compone per il 30% circa di spaghetti di riso sbollentati (o avanzati da servizio del giorno prima nel caso di Giulia), carne di maiale e bovino macinata, carote, cavolo e germogli di soia. si lega tutto con della salsa di soia, quella col tappo verde meno salata per intenderci, e si lascia ad amalgamare per un paio di ore.
Fatto ciò si passa alla preparazione degli involtini, chiusi con la tipica mossa, e si poi frigge.
La frittura ancora una volta fa la differenza tra un piatto strepitoso e una palla unta e molle. Si frigge nel wok, a immersione e in olio di semi, basta.
Risultato croccante, saporito e goloso.
Si ma... Non sono quelli di Giulia.



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